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Difference between revisions of "Elettronica Appunti"

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Latest revision as of 18:59, 2 March 2024

Doc e approfondimenti

Teoria

Corrente elettrica

Gli elettroni più esterni di un atomo son chiamati elettroni di valenza, questi richiedono una quantità minima di forza per esser liberati da un atomo. L'atomo del rame ha peso atomico 29 ed è caratterizzato da un solo elettrone nell'orbita più esterna e che costituirà un elettrone di valenza.
Nell'immagine seguente si vede il processo a catena che determina un flusso di elettroni, chiamato corrente elettrica, in un filo conduttore. Un elettrone libero è tirato e spinto da cariche così che trova un nuovo atomo su cui attaccarsi e così espelle un ulteriore elettrone di valenza e così via.

Elettronica flusso-di-elettroni.gif

In un filo elettrico si crea un percorso che permette di far fluire elettroni da un materiale prevalentemente carico negativamente (-) ad uno prevalentemente carico positivamente (+) ovvero povero di elettroni. Il processo continua sinché non è interrotto o interviene un equilibrio tra cariche negative e positive.
Al di la della convenzione usata, nella realtà il flusso va dalla parte carica negativamente verso la parte positiva (infatti nei circuiti convenzionalmente il verso è opposto).

           (-)  ==>  (+)

L’unità di misura della corrente elettrica è l’Ampere.
Un flusso di corrente di 1 Ampere corrisponde al movimento di 6,25 x 10^18 elettroni al secondo che passano in un un determionato punto.

Unità di misura

Fenomeno Definizione Unità di misura
Carica elettrica Quantità di elettricità o di carica elettrica che scorre. C    (coulombs)
Energia potenziale elettrica Descrive la quantità di energia che è immagazzinata, quando messa in moto da una forza elettrostatica. L'energia può diventare cinetica, e la carica può compiere lavoro. J     (joules)

Potenziale elettrico

Tensione

E' la quantità di energia potenziale elettrica divisa per la quantità di carica in quel punto.  Simboleggiata dalla V.
E' è la differenza di potenziale tra due punti di un circuito o in un campo elettrico.
E' la "forza" della corrente necessaria per far funzionare un apparecchio. Potremmo paragonarla alla pressione esercitata dall'acqua in un tubo.

V     (volts)
Corrente elettrica o intensità

E' la quantità di carica elettrica che attraversa un punto specifico di un circuito (carico totale che passa attraverso la sezione per unità di tempo). Simboleggiata dalla I.
Nella metafora idraulica corrisponde alla portata del tubo d'acqua ovvero alla sua sezione.

L'unità di misura della corrente è  rappresentata dai coulomb per secondo ovvero:    1A = 1 C/s

A   (ampere)
Resistenza

E' la tendenza di un materiale di resistere al flusso di carica (corrente). Simboleggiata dalla R.

1 Ω è la resistenza tra due punti in un conduttore in cui l'applicazione di 1 V spingerà 1 A, o 6.241 × 10 18 elettroni. 

V = I * R - Legge di Ohom
Ω    (ohms)
Potenza elettrica istantanea

E' la quantità di energia divisa per il tempo. wiki In corrente continua valgono le seguenti equivalenze

P = V * I     -    P = I * R * I      -      P = I² * R       -     P = V * I     -    P = V * ( V / R)    -   P = V² / R
W   (watt)

Ampere e Apere\ora

(Da 3zag) Sappiamo che una normale pila AA da 1,5V è in grado di erogare su un carico anche 1A di corrente. Questo non significa che qualsiasi carico collegato ad una pila assorbirà 1A. La pila erogherà la giusta corrente che il carico richiede.
In altri termini la corrente assorbita dal carico dipende dal carico stesso.
Una pila da 2Ah può erogare anche una corrente di 4A, ma per alimentare il motorino elettrico a corrente continua della figura sopra bastano solo 2 mA funzionando per ore.

La prima cosa da capire è che Ampere e Ampere-ora sono due cose differenti.

L’ Ampere è una unità di misura che indica quanta corrente elettrica sta fluendo attraverso la sezione di un conduttore in un secondo (1A corrisponde a circa 6,25 x 10^18 elettroni/s).

L’ Ampere-ora è qualcosa di diverso. E’ la “capacità” di una batteria che ci aiuta a “stimare” la quantità di energia che una batteria mantiene.

La più semplice spiegazione è che essa è in grado di fornire 2A per 1 ora fino a quando la batteria non si esaurisce. 2A moltiplicato per 1 ora = 2 Ah.

Se il carico assorbe meno corrente la batteria durerà più a lungo. Oppure se il carico richiede più corrente, ad esempio 4A, la batteria si scaricherà prima.

In modo banale potremo dire che gli Ampere-ora sono un modo per stimare la durata di una batteria. In generale dividendo la capacità (in Ah) per il carico (in A) ricaviamo tale valore.

Allora tornando alla nostra pila questo vuol dire che è in grado di fornire 120A per un minuto? ( 2 Ah / 0,01666 h = 120A). Non è così. Analizzando la batteria con uno strumento in grado di rilevare immagini all’infrarosso (termocamera) vediamo che essa scalda molto.

Circuito

E' un percorso circolare che parte da un alimentatore, attraversa un carico e poi rientra attraverso l'altro polo dell'alimentatore. La corrente scorre in un circuito solo se è chiuso, cioè se i percorsi di uscita e di ritorno sono entrambe continui o chiusi.

  • In un circuito ci deve essere un percorso completo dalla fonte di energia (alimentazione) fino al punto di minore energia (massa).
  • Tutta l'energia elettrica viene utilizzata in un circuito dai suoi componenti. Ogni componente converte parte dell'energia in un'altra forma di energia (luce, calore, suono, etc).
  • Il flusso di corrente in un punto specifico di un circuito è sempre lo stesso in arrivo e in uscita.
  • La corrente elettrica in un circuito cerca sempre il percorso di minor resistenza verso terra. Dati due percorsi possibili, la maggior parte della corrente passa lungo il sentiero con meno resistenza.

ATTENZIONE, se si ha una connessione che collega la potenza e la massa senza resistenza si provoca un cortocircuito, e la corrente cerca di seguire questa strada.

Alimentazione duale

L'alimentazione duale per un circuito è una alimentazione che prevede una tensione positiva, una negativa e una massa (o 0V o "centrale").
Possiamo creare una alimentazione duale disponendo in serie 2 alimentatori o due batterie con la stessa tensione, il "centrale" o 0V necessario si ricaverà sul collegamento centrale tra positivo e negativo dei due alimentatori. (segue immagine dal libro di Paolo Aliverti)

Alimentazione duale.png

In alternativa si potrebbe usare un solo alimentatore combinato con il circuito generatore di massa chiamato anche impropriamente massa virtuale (wikipedia).
Una massa virtuale può essere implementata mediante un amplificatore operazionale in configurazione invertente ad anello chiuso, in pratica si otterrà una sottrazione della stessa tensione inversa ottenendo 0V, chiamato punto di massa virtuale (tutorial di P. Aliverti).

La massa

Il termine "massa" deriva dal fatto che una volta i circuiti si instatolavano in contenitori metallici sui quali si collegava l'alimentazione negativa.

Massa virtuale

Esempio di implementazione di una massa virtuale usando l'amplificatore operazionale LM358

Amplificatore operazionale LM358 Massa virtuale.png

Esempio di applicazione da questo video di Paolo Aliverti
Info sugli Amplificatori Operazionali g.schgor

Legge di Ohm

V = I * R
  • V = Tensione in volt
  • I = Corrente in ampere
  • R = Resistenza in ohm

e di conseguenza:

I = V / R
R = V / I

Leggi di Kirchhoff

In sostanza ci aiuta ad impostare delle equazioni da risolvere per determinare le grandezze elettriche incognite.

...delle tensioni

La legge di Kirchhoff delle tensioni afferma che la somma algebrica delle tensioni agenti tlungo una linea chiusa (con il segno appropriato in funzione del verso di percorrenza della maglia stessa) è pari a zero.
Sulle maglie, da Zeppelin Elettronica per Maker

Legge di Kirchhoff x tensioni 02.png

...delle correnti

La legge di Kirchhoff delle correnti afferma che, n ogni istante di tempo, definita una superficie chiusa che contenga un circuito elettrico in regime stazionario, la somma algebrica delle correnti che attraversano la superficie (con segno diverso se entranti o uscenti) è nulla.
Sui nodi, da Zeppelin Elettronica per Maker

Legge di Kirchhoff x correnti 02.png

Componenti

Resistenze

L’ohm è l’unità di misura della resistenza ed è indicata con la lettera greca Ω (omega).

Codici colori

Elettronica resistenze codice-colori.jpg
L'ultimo anello indica la tolleranza ovvero i valori limite calcolati in base alla percentuale sul valore nominale della resistenza.

Operazioni di composizione

I resistori si posson comporre in serie o in parallelo allo scopo di ottenere dei nuovi resistori composti che normalmente non si trovano in commercio.

Resistori in serie

Due resistori in serie sono come un unico resistore del valore pari alla somma delle resistenze.Rt = R1 + R2

Resistenze in parallelo

Due resistori in parallelo sono come un unico resistore del valore corrispondente alla seguente formula: Rt = (R1 * R2) / (R1 + R2)

Termistori

I termistori sono dei resistori realizzati con materiali la cui resistività dipende dalla temperatura in modo lineare: per ogni grado di temperatura, la resistenza cambia di una quantità costante.
In commercio ci sono due tipi di termistori:

  • NTC (Negative Temperature Coefficient) - la resistenza diminuisce con l'aumentare della temperatura;
  • PTC (Positive Temperature Coefficient) - la resistenza cresce con l'aumentare della temperatura.

Diodi

Il diodo (wiki) è un componente elettronico passivo a due terminali, la cui funzione ideale è quella di permettere il flusso di corrente elettrica in un verso e di bloccarla quasi totalmente nell'altro. Il diodo ha una polarità : i suoi terminali sono distinti e si chiamano anodo (polo +) e catodo (polo -) contrassegnato da una striscia bianca o nera. L'anodo si collegherà al verso positivo della corrente e il catodo al negativo.
I diodi si realizzano ponendo a contatto due strati di semiconduttore, uno di tipo P ed uno di tipo N; le zone di polarità opposta creano una barriera elettrica che impedisce il passaggio di corrente in uno dei due versi.
Si utilizzano anche negli alimentatori che prelevano la tensione di rete a 220V, la riducono e la trasformano in corrente continua. La trasformazione da corrente alternata a a continua si può fare con i diodi.

LED

I Led sono diodi che emettono luce. LED è un acronimo che stà per Light Emitting Diode, diodo emettitore di luce. Hanno due terminali, + anodo, - catodo. Il catodo è la gamba più corta e sotto la 'cupola' termina come una specie di mazza da golf.


Tensioni di alimentazione per LED di vario colore

Colore Tensione (volt)
Rosso 1,8 V
Giallo 1,9 V
Verde 2,0 V
Blu 3,5 V
Bianco 3,0 V
Infrarosso 1,3 V

Per accendere un LED occorrono le tensioni indicate su ed una corrente che va dai 10 ed i 20 mA.

Condensatori

I condensatori (capacitor) sono componenti in grado di immagazzinare cariche elettriche. Son simili ad un bicchiere che si riempie ma ha un piccolo foro che lo farà comunque scaricare.
Sono realizzati come un sandwich formato da due piastre conduttive, le armature, che racchiudono uno strato isolante chiamato il dielettrico. Non essendoci contatto tra le parti non dovrebbe passare corrente, su un armatura si accumuleranno cariche positive e sull'altra cariche negative.
La capacità di trattenere cariche sulle armature si esprime in Farad.
Applicando corrente variabile ad un condensatore, questo si comporterà come una resistore: all'aumentare della frequenza, la sua resistenza diminuirà fino a diventare quasi nulla. Il termine corretto per definire la resistenza di un condensatore è reattanza.
La reattanza si calcola con la seguente:

Xc = 1 / ( 2 π f C )

f = frequenza
C = farad (unità di misura per i condensatori che esprime la capacità di trattenere cariche)
ESPERIMENTO applicando corrente ad un condensatore questo si caricherà ed in quel momento non farà più passare corrente. Se, in un circuito, facciamo precedere il condensatore da una LED, vedremo che al primo passaggio di corrente il LED si accende ma non appena il condensatore si carica questo si spegnerà. La carica del condensatore (100μF) sarà sufficiente a far accendere un ulteriore LED fungendo da batteria anche se dopo una frazione di secondo si spegnerà.

Induttori

Gli induttori sono componenti formati da filo elettrico avvolto in bobine, che si comportano in modo opposto ai condensatori. La corrente che circola negli avvolgimenti crea un campo elettromagnetico che influisce sul flusso della corrente stessa, ostacolando ogni variazione.
La capacità di opporsi al flusso di una corrente si chiama induttanza e si misura in henry. Usando la analogia acquatica sono come tubi di gomma arrotolati più volte, prima che l'acqua lo attraversi ci vorrà un certo tempo, poi a regime il liquido scorrerà senza problemi, ma ogni variazione di flusso incontrerà una certa resistenza.
Le bobine immagazzinano corrente usando il campo elettromagnetico che hanno generato e la possono rilasciare quando questa non arriva più.

Trasformatori

Un trasformatore è un dispositivo in grado di trasformare un voltaggio in ingresso in un voltaggio più elevato o ridotto in uscita.
Sono costituiti da induttori dove due bobine sono accoppiate utilizzando uno stesso nucleo o semplicemente avvolte l'una sull'altra.
da Wikipedia
da Wikipedia
















I due avvolgimenti prendono il nome di primario e secondario, il rapporto del numero di spire di uno e dell'altro determina la come sarà la tensione in uscita. Ad es. se il numero di spire del primario è maggiore di quello del secondario, la tensione in uscita sarà ridotta. Gli alimentatori moderni usano altri metodi più efficienti e meno ingombranti per convertire la tensione di rete.

Relè

Un relè è un interruttore pilotato elettricamente che serve per isolare due circuiti. Un circuito a bassa tensione controlla un circuito con corrente e tensione elevate senza contatto tra i due. I relè son formati da un interruttore o deviatore azionato da una elettrocalamita creata da un filo attorcigliato su un nucleo metallico. Le elettrocalamite richiedono parecchia corrente per funzionare e provocano effetti collaterali, quando il relè torna nella posizione di riposo rilascia correnti secondarie che possono danneggiare il circuito di controllo a bassa tensione; allo scopo di arginare gli effetti negativi si possono usare dei diodi.
Esistono di due tipologie: monostabili e bistabili.

Transistor

La parola transistor è composta da 2 parti TransStor ovvero tran(sfer) e (re)sistor, = trasferimento di cariche elettriche e resistenza. Esistono due tipologie di transistor dal punto di vista tecnologico:

  • Transistor a giunzione bipolare (BJT);
  • Transistor ad effetto di campo (FET).

Una differenza determinante tra i due è che nei BJT è la corrente che comanderà sulla "base" mentre per i FET parliamo di tensione che ha effetto sul "gate".

Bipolare o BJT

Il (transistor) a giunzione bipolare (BJT) è un dispositivo con tre terminali (B=Base (con corrente in μA), C=Collettore, E=Emettitore (mA)) realizzato da tre strati di semiconduttore alternati (leggere sotto, P e N). E' un dispositivo in grado di regolare il flusso di corrente principale, utilizzando una piccola corrente di controllo, infine la corrente della base si unisce poi a quella del flusso principale. (E' una specie di rubinetto in cui la manopola, la base B, è regolata da un flusso di controllo; la corrente fluisce da C, collettore, verso E, emettitore o viceversa). 
Volgarmente può essere utilizzato come un rubinetto o come un amplificatore.

Dal libro di Paolo Aliverti (Elettronica per Maker):


Fonte www.digikey.it
Transistor 01 simboli.png
Transistor 02 disegno.png

















La base funziona da manopola del 'rubinetto' per cui una piccola corrente può controllare una più grande che scorre tra collettore ed  emettitore, con due possibili usi: come un  interruttore similmente al relè oppure o per amplificare segnali deboli. Ci sono due tipi di transistor chiamati PNP e NPN, uno l'opposto dell'altro. P è il semiconduttore caricato positivamente e N quello negativo (la lettera centrale dell'acronimo si riferisce alla polarità della base), in uno una freccia è uscente e nell'altro è entrante ed indica il verso della corrente. Per capire il tipo si usa questo trucco:

  • NPN = Never Point iN, la base è polarizzata + (P) mentre il collettore e l'emettitore sono polarizzati - N da cui NPN; Spiegato bene qui Andrea Minini
  • PNP = Point iN Perpetually, la base si polarizza - N mentre collettore ed emettitore si polarizzano - P.

Un transistor può funzionare in tre modi differenti:

  • Saturazione, per cui quando la corrente alla base cresce troppo il transistor si comporta come un interruttore chiuso;
  • Interdizione, quando la corrente alla base è nulla il dispositivo si comporta come un interruttore aperto;
  • In regione attiva, quando la corrente tra emettitore e collettore è proporzionale alla corrente applicata alla base.

Guadagno hFE

Parlando di corrente possiamo aggiungere una caratteristica dei transistor BJT che è il guadagno di corrente continua indicato dalla sigla hFE.

IC = hfe * IB

Se hfe = 5 e la corrente alla base è 10mA ciò vorrà dire che la corrente del collettore IC sarà di 50mA.

Ad effetto di campo, FET o J-FET

Anche questi transistor sono costituiti da tre terminali chiamati: drain, source, gate. Hanno un canale principale in cui scorre la corrente con due inserti nella parte centrale, realizzati con un semiconduttore di tipo opposto che forma una giunzione PN e che quindi si comporta come un diodo. Si chiamano anche J-FET ovvero Junction-FET, a giunzione, perché contengono una giunzione PN. Quando la giunzione PN è polarizzata inversamente, può limitare o impedire il passaggio di corrente nel canale principale.

MosFet

(da softair.blog)
I Mosfet sono dei semiconduttori esternamente simili a dei transistor ma sono molto diversi nel funzionamento. I transistor funzionano grazie a delle giunzioni PNP o NPN in silicio, mentre i Mosfet sfruttano un “effetto campo elettrico”. Praticamente, una tensione elettrica (potenzialmente a corrente zero) viene applicata a delle armature (simili a quelle di un condensatore) attraverso il terminale G (gate), questo effetto di campo, attiva il passaggio di elettroni (quindi di corrente elettrica) tra gli altri due terminali del Mosfet, il D (drain) ed S (source).

Internamente il Mosfet ha anche dei diodi dumper che hanno la funzione di proteggerlo, in particolare evitando che cariche elettrostatiche danneggino l’isolante presente tra il gate ed il source che, qualora venisse superata la soglia di rigidità dielettrica, lo metterebbe in cortocircuito rendendolo inutilizzabile. Per la curiosità dei più esperti, questo valore di tensione massima applicabile al Gate si aggira in base ai modelli attorno ai 15V, nella maggioranza dei casi, un Mosfet può ritenersi in fase di ON già con una tensione di Gate compresa tra i 4V ed i 4,5V.

In sintesi, il Mosfet è un interruttore a stato solido, quindi senza parti in movimento meccanico (senza contatti elettrici per intenderci). Ne consegue che non è soggetto ad usura e può commutare carichi induttivi molto potenti, a titolo di curiosità, dovete sapere che un piccolo Mosfet (che in formato SMD può essere ben più piccolo di un centimetro per lato), può commutare correnti continue di 10-20-40A con picchi di corrente veloce di oltre 200 Ampere! Ecco allora che il nostro Mosfet può diventare un ottimo alleato per pilotare i motori elettrici delle armi da softair-softgun. Il grilletto potrà essere collegato al comando del Mosfet (il gate) mentre il Mosfet stesso si occuperà senza sforzo di fare il lavoro gravoso, commutare alte correnti e sopportare le extra-tensioni inverse attraverso i suoi diodi al silicio di protezione.

Circuiti integrati

Digitali

Famiglie Logiche

Ci sono due tipologie rilevanti: TTL (Transistor-Transistor Logic) e CMOS (complementary metal-oxide semiconductor) alla cui base sta l'uso dell'invertitore a transistor MOSFET.
I TTL usano transistor bipolari e lavorano a 5V mentre i chip CMOS usano coppie di MOSFT (coupled MOSFET) a 3.3V.
I chip della famiglia TTL si riconoscono dalla sigla 74xx, sostituiti dalla famiglia 74LSxx. In queste tipologie la sigla S=diodi Schottky, L=assorbimento di potenza, F=fast. I chip più usati sono i 74LSxx chiamati "open collector".
Le uscite di questi chip son progettate per assorbire fino a 8mA nello stato basso e 0.5mA nello stato alto (pochissimo) e che costituisce una difficoltà se dobbiamo collegarli a dei carchi.
I chip della famiglia CMOS si riconoscono dalla sigla 40xx o 40xxB che sono più recenti. ATTENZIONE alcuni chip sono identificati con 74HCxx ma sono chip MOSFET e non TTL!
Euristiche

CMOS e OpenCollector schemi.png

Misurazioni

Allo scopo si utilizzerà un multimetro o tester, potrà esser usato per misurare la tensione in V, la corrente in A o sottomultipli, la resistenza in ohm, sia in corrente continua CC che alternata AC.

Correnti

Per la misurazione della corrente è necessario interrompere il circuito ed inserire le sonde dello strumento. Sonda nera nella boccola COM e la rossa nella boccola per la corrente (attenzione che per le corrente possono esserci 2 boccole una per le basse e l'altra per le alte correnti pertanto spostare in modo adeguato la sonda rossa).
Ah = capacità, corrente immagazzinata, che potremmo paragonarla ai litri di acqua in un grande recipiente
A = corrente che scorre in questo momento, è come la portata di acqua in un tubo che rifornisce il recipiente.

Capacità di una batteria

La capacità di una batteria è il parametro che rappresenta la quantità di carica elettrica immagazzinata dalla batteria, ed è espressa in Ampere-ora (Ah).

L’Ampere-ora (Ah) è l’unità di misura della carica elettrica e rappresenta la quantità di carica necessaria per erogare 1 Ampere per un’ora. E viene utilizzata per misurare il tempo di scarica di una batteria (es. una batteria da 1 Ah se eroga continuamente 1 A si scarica in 1 ora), ma si utilizza anche per stimare il tempo di ricarica (es. per caricare una batteria da 1 Ah con una corrente costante di 1 A sarebbe necessario 1 ora).

Tensioni

Per misurare la tensione è sufficiente collocare le sonde in due punti del circuito e leggerne la differenza di potenziale.
Sul multimetro è sufficente inserire la sonda rossa nella boccola con la scritta V e la sonda nera nella boccola COM.

Esercizi ed Esperimenti

Calcolo resistenza

da Zeppelin Elettronica per Maker

Legge di Kirchhoff Esercizio 01.png

Circuiti

Resistenza Corrente Tensione

Esempio da Tech Maker - Youtube Andare al 4' 14"
Semplice circuito con batteria da 9V (9.23V reali), resistenza da 560 Ω (555 Ω reali), LED rosso da 1.95V; corrente rilevata 12.92 mA.
Segue immagine dei circuito e rilevazioni reali col multimetro.

Multimetro come controllare la carica.png

NOTA (banale per gli esperti) se il circuito fosse sprovvisto del LED la misurazione della tensione a valle della resistenza non sarà di 7.28 V come ci si potrebbe aspettare ma 9.23 V questo perché, per quanto il resistore ha il compito di "limitare" la corrente, se non inserissimo il LED non ci sarebbe alcun consumo attivo e nessun abbattimento di tensione.
Rilevazione della corrente Attenzione che, come si vede, i puntali del tester vanno messi tra i due capi del circuito.

Multimetro come controllare la carica mA.png

Varie

Software Utility

Euristiche

Fattore di protezione 2
Quando si progettano circuiti si cerca di usare la seguente precauzione sugli integrati ovvero di non andare mai oltre la metà della capacità massima dichiarata. Ad es. se Arduino può erogare un massimo di 40mA sarebbe opportuno usarne non più della metà ovvero 20mA.

Principio di sovrapposizione degli effetti
I circuiti hanno sempre una doppia modalità di funzionamento:

  • una a "bocce ferme", dove ci si preoccupa delle tensioni di alimentazione e della "polarizzazione" degli elementi;
  • la seconda è quella dei segnali che variano nel tempo. Questa modalità è anche detta "piccoli segnali".

Queste modalità in realtà coesistono quindi il "mondo" statico e dinamico devono esser considerati separatamente e poi ricongiunti senza che ci siano differenze nel comportamento generale.

Situazioni limite

Tensione

  • Se la tensione è inferiore rispetto al necessario richiesto da un circuito il circuito semplicemente non funzionerà
  • Se la tensione è superiore rispetto al necessario il circuito si può danneggiare, bruciandosi

Corrente

  • una corrente con amperaggio insufficiente potrebbe danneggiare un dispositivo
  • una corrente con amperaggio eccessivo non pregiudicherebbe il funzionamento del dispositivo né il suo funzionamento.

Sui cavi

I componenti più usati in elettronica sono i cavi. La sezione di un cavo influisce sulla massima corrente che può circolarvi.
In un cavo la corrente tende a disporsi sulla superficie del conduttore. Quindi un cavo formato da una treccia di conduttori avrà una resistenza minore di un cavo a singolo conduttore con stessa sezione. In generale, maggiore è la sezione di un cavo, minore è la resistenza, maggiore è la sua portata.
Un cavo di sezione sottodimensionata potrebbe dare luogo a cadute di tensione non previste.

Saldare

Per saldare si usa lo "stagno" che in passato in realtà era una lega di stagno e piombo, infatti la sigla 60/40 sul prodotto per saldatura stà ad indicare 60% di stagno e 40% di piombo; il piombo era usato per ridurre la temperatura di fusione della lega, il piombo si cerca di evitare per la sua tossicità.
La temperatura di fusione si raggiunge verso i 300/350 C°.
Per una buona saldatura:

  • applicare lo stagno sulla punta del saldatore pronto, questo velocizzerà il passaggio successivo di saldatura delle due superfici;
  • riscaldare un 2" la superficie del pezzo da saldare, apporvi eventualmente già dello stagno, avvicinare le due parti da saldare e porvi lo stagno definitivamente su entrambe;
  • mentre il filo di stagno si squaglia muovere il saldatore per coprire la superficie da saldare, una buona saldatura è caratterizzata da una accumulo a cuspide e di colore lucido;
  • eventuali parti di filo eccedenti\refori solo ora si possono troncare.

Mappa e Link


Elettronica


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