Difference between revisions of "Informazione Fattoquotidiano 201609224 Travaglio"
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Editoriale di Travaglio
Preso dal giornale di oggi 24/09/2016 (di cui sono abbonato) L'argomento è il quesito referendario sulla riforma costituzionale (a seguito del dibattito Renzi vs Travaglio nella trasmissione di Otto e mezzo su LA7)
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Siccome Renzi ha invocato il fact checking, cioè la verifica dei fatti su quel che ci siamo detti a Otto e mezzo, l’accontentiamo a pagina 4 con la lista completa delle sue bugie (necessariamente circoscritta al programma di Lilli Gruber, per esigenze di spazio). Ma c’è un aspetto che non rientra nel capitolo “balle”, perché è qualcosa di ancor più scorretto e sofisticato: il quesito che noi cittadini ci ritroveremo sulla scheda del referendum costituzionale. Quello attiene a un’altra categoria tipica dei magliari: la pubblicità ingannevole (non a caso depenalizzata da questo governo alcuni mesi fa). L’ultima volta che si tenne un referendum costituzionale fu nel 2006 sulla controriforma Berlusconi- Bossi e la domanda per il Sì o il No (che vinse plebiscitariamente) fu questa: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘Modifiche alla Parte II della Costituzione’ approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005?”. Un quesito neutro, burocratico, che non influenzava gli elettori né in un senso né nell’altro. All’epoca si pensava che un premier più bugiardo di B. non ci sarebbe capitato nei secoli dei secoli. Ma non avevamo visto Renzi. Ben sapendo che il ddl Boschi- Verdini è illeggibile, incomprensibile e indigeribile per chiunque lo legga, il Bomba le ha appiccicato un titolo tanto accattivante quanto fuorviante. Il resto l’ha fatto la Cassazione, che gliel’ha approvato senza batter ciglio. Così, quando voteremo, dovremo dire Sì o No a un quesito che solo un pazzo (o un raro esemplare di persona informata sui fatti) potrebbe respingere: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione’, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15.4.2016?”. Via, chi potrebbe mai votare No alla fine del bicameralismo paritario, al taglio del numero dei parlamentari e dei costi della politica, nonché alla cancellazione dell’inut ile Cnel (il Titolo V sui rapporti fra Stato e Regioni pochi sanno cosa sia: ed è meglio così, per gli analfabeti che sono riusciti a peggiorarlo)? Renzi&C. hanno buon gioco nel dire che il quesito formalmente non mente. Così come non mente il bugiardino di un farmaco anti-influenzale che ne illustra le proprietà terapeutiche (“Perfetto contro i raffreddori”). Ma si scorda di aggiungere qualche spiacevole effetto collaterale (“Provoca l’ictus e il cancro”). Infatti la legge impone alle case farmaceutiche di inserire tutto nei bugiardini, in caso contrario i medicinali vengono ritirati dal mercato. Purtroppo nessuna legge impone la stessa completezza per i quesiti costituzionali. Noi, che siamo per il No, avremmo potuto inventarne una decina altrettanto suggestivi, senza mai dire il falso. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente l’abolizione delle elezioni per il Senato, che sarà composto da sindaci e consiglieri regionali nominati dai Consigli regionali, cioè dai partiti, all’insaputa degli elettori?”. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente la triplicazione da 50 mila a 150 mila delle firme necessarie per presentare una legge di iniziativa popolare?”. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente l’immunità parlamentare a sindaci e consiglieri regionali mai eletti per fare i senatori senz’al - cun diritto a quel privilegio?”. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente la sopravvivenza del Senato, che dovrà o potrà rivotare e modificare tutte le leggi approvate dalla Camera, replicando il bicameralismo che si dice di abrogare?”. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente la complicazione dei sistemi di approvazione delle leggi, che passano da 2 a 10?”. “Approvate il testo della legge costituzionale concernente l’esproprio dei poteri delle Regioni di difendere le popolazioni, i territori e l’ambiente da grandi opere inutili, costose e inquinanti, che saranno decise a Roma da un uomo solo al comando?”. “Approvate il testo della legge di revisione costituzionale concernente la nomina di due sindaci-senatori per il Trentino- Alto Adige e di uno solo per le altre 19 Regioni italiane, comprese quelle 10 volte più grandi come la Lombardia?”. E così via. Purtroppo il quesito non l’hanno scritto i comitati del No, ma il governo Renzi (affidandolo a un raro conoscitore della lingua italiana, anziché agli ostrogoti autori della schiforma), quindi le controindicazioni non ci sono. Roba da imbonitori da televendita di pentole e talismani, alla Wanna Marchi. Sarebbe come se i sondaggisti, per testare il gradimento dei leader politici, domandassero al loro campione di intervistati: “Lei apprezza quel grande statista di Renzi, dotato di un senso delle istituzioni paragonabile a Cavour, di un’integrità morale degna di De Gasperi e di una competenza tecnica superiore a Einaudi, oppure –Dio ne scampi –vuole cadere nelle grinfie di quel cialtrone di Luigi Di Maio a cui puzzano i piedi, di quel troglodita di Stefano Parisi che non si lava e di quella poveraccia di Giorgia Meloni che non sa nemmeno legarsi le scarpe?”. Solo che, nei sondaggi, le domande suggestive che suggeriscono la risposta sono vietate per legge. Nei referendum costituzionali no, perché quando furono scritte le regole si presumeva che i costituenti fossero come quelli del 1946-‘47: leali, corretti, cristallini. Nessuno poteva prevedere l’arrivo di Fonzie, anzi del mago Do Nascimento.
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